Stefano D’Agostino

Incontriamo Stefano D’Agostino, uno dei giovani talenti italiani più promettenti, nato a Riva del Garda nel 2003, best ranking ATP 851 – 22 punti.
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Dopo le esperienze presso le accademie di Brescia e Vicenza, ti sei riavvicinato a casa. Oggi ti alleni al Circolo Tennis Caldaro dove, tennisticamente, è cresciuto Seppi.

A Caldaro ho trovato l’ambiente perfetto per crescere dal punto di vista tecnico e mentale. Soprattutto nell’ultimo anno, diciamo che ho “messo in ordine” un po’ di cose, sia in campo che fuori. Grazie al lavoro svolto con coach Massimo Canestrari, sento di aver acquisito sicurezza e consapevolezza nei miei mezzi. Sono sereno, mi sento più responsabile e ho alzato anche l’asticella della competitività e degli obiettivi da raggiungere.

E Andreas lo hai mai incrociato?

La prima volta che l’ho visto è stato diverso tempo fa a Rovereto. Io facevo il raccattapalle nelle finali di Serie A e lui giocava per il Tennis Club Bassano. Grazie a ProKennex e al maestro Massimo Sartori, ho avuto poi la possibilità di allenarmi con lui qualche anno dopo, prima che smettesse. Posso dire che è il giocatore più forte con cui mi sia allenato. Ancora oggi faccio tesoro dei suoi consigli. Per me rimarrà sempre una fonte di grande ispirazione, un modello di atleta positivo e sempre disponibile.
Il mio sogno sarebbe quello di riuscire a battere i suoi record e di raccogliere il testimone di ambassador del brand ProKennex a livello internazionale.

Sei considerato uno dei giovani talenti italiani che interpreta al meglio il tennis moderno. Vista anche la tua giovane età, quanto margine di miglioramento senti ancora di avere e su cosa stai lavorando?

Il servizio, da sempre, rappresenta uno dei miei punti di forza e lavoro ogni giorno per renderlo ancora più incisivo, nella mia economia di gioco. Ho ancora margine anche sul rovescio e il mio obiettivo è quello di portarlo alla medesima efficacia che riscontro nel mio dritto.

Giochi con ProKennex praticamente da sempre. Quale è il tuo feeling con la serie Black Ace, che proprio in queste ultime settimane ha lanciato sul mercato il nuovo modello, in tre grammature differenti, e le versioni Pro e 105?

Prima del 2020 la racchetta con cui giocavo era la Q+5. Quando poi ho provato la Black Ace mi sono trovato subito benissimo e, ormai sono 4 anni che gioco con la 300 grammi. A livello di feeling, premetto che giocare con qualsiasi racchetta ProKennex è un’esperienza unica. Quando ti rendi conto dell’impatto che ha il Kinetic System nel tuo gioco, non la lasci più. La Black Ace ti da la sensazione di sentire la palla “sulla mano”. Per chi è abituato a colpire bene, vuole un controllo perfetto in ogni circostanza e, come me, ama la rotazione, è una racchetta in grado di dare tante soddisfazioni.

Quest’ultimo anno ha rappresentato per te qualcosa di straordinario in termini di risultati. Sei legato a qualche vittoria o torneo in particolare?

Sicuramente ho vive nella mia mente le due semifinali in Serbia e i primi quarti dei 25k, dove ho battuto giocatori nei primi 400 della classifica mondiale. Sono legato anche ai tornei disputati a Padova e Cattolica perché credo di aver giocato un grande tennis, in entrambe le occasioni. Sono convinto, comunque, che il momento più bello da ricordare debba ancora venire. La vittoria di un primo titolo sarà sicuramente uno di quelli.

Con coach Canestrari hai già pianificato i tuoi obiettivi sul 2025?

L’obiettivo condiviso è quello di calcare palcoscenici sempre più importanti. Non ci siamo dati obiettivi temporali definiti, voglio potermi giocare gli slam e confrontarmi con i giocatori più forti al mondo. È una questione di tempo, sarà un percorso frastagliato ma non ho dubbi sul fatto di poterci arrivare. Sono uno che non molla mai, una volta inquadrato l’obiettivo.

Quanto ti aiuta il tennis anche nella vita in generale?

Il tennis è un insegnante di vita incredibile. È uno sport individuale in cui devi abituarti ad affrontare almeno una sconfitta a settimana, se non vinci tutti i tornei. Ti fa imparare a rialzarti immediatamente, ad uscire dalla tua zona di confort e ripartire. Nella vita tutto questo ti da un grande vantaggio.

Prossimi impegni?

A breve andrò a giocare sul cemento in Tunisia o in Grecia, con l’obiettivo di chiudere la stagione tra i 35 e i 40 punti. Questo mi consentirebbe di iniziare la nuova stagione nei Challenger e alzare il livello. Nel giro di tre o quattro anni l’obiettivo è quello di giocare gli Slam ed entrare nel circuito ATP.

In bocca al lupo Stefano! #youken